Dipende dal tipo di rottura. Se la perdita è dovuta a una piccola cricca sul tubo della massa radiante si può provare a saldarla o a chiudere il tubo mentre se le perdita è localizzata tra l’accoppiamento della vaschetta di plastica con il collettore potrebbe essere un problema di guarnizione secca o addirittura tagliata. In questo caso si può provvedere alla sostituzione della sola guarnizione. In linea di massima si ripara il radiatore solo quando la rottura è minima. Un radiatore che non raffredda correttamente il motore può danneggiarlo seriamente con costi di riparazione molto più elevati rispetto all’acquisto di un radiatore nuovo.

Questa soluzione era utilizzata anni fa quando nel mercato aftermarket si potevano trovare le masse radianti per auto. Oggi i produttori di masse radianti per l’aftermarket hanno cessato la loro produzione mentre continuano la produzione di masse radianti per camion, autobus e automezzi professionali.

Sì è possibile riparare un radiatore per camion. Se è un tubo ad aver una piccola cricca si può intervenire chiudendolo su ambo i lati dei collettori. In questo caso la resa termica si riduce lievemente ma senza conseguenze per il raffreddamento del motore. Se la rottura è più seria e coinvolge un’area importante della massa radiante allora si può intervenire con la sostituzione della massa radiante e in questo caso vengono utilizzate le vaschette originali con sostituzione delle guarnizioni per avere un risultato ottimale sulla tenuta. Quando invece è la vaschetta a perdere a causa di una cricca sulla plastica, si procede con la sola sostituzione della vaschetta sostituendo anche in questo caso la relativa guarnizione.

Dipende dal tipo di rottura. Se la perdita proviene da un tubo e questa è molto piccola si può privare a chiuderlo con un punto di saldatura. Se la cricca è molto lunga la riparazione è quasi impossibile considerando che lo spessore del tubo è di 0.3-0.4 mm. Una soluzione che dà la massima garanzia invece è la sostituzione della massa radiante e in questo caso vengono tagliate le vasche di alluminio dell’intercooler originale e saldate sulla massa intercooler nuova.

Dipende dal tipo di rottura. Se la perdita proviene da un tubo e questa è molto piccola si può provare a chiuderla con un punto di saldatura. La sostituzione della massa intercooler per le auto non è possibile in quanto i mercato aftermarket non le mette a disposizione. Quasi sempre si opziona la sostituzione dell’intercooler con uno nuovo.

Solo se si tratta di una micro perdita localizzata. Gli spessori dei tubi del condensatore sono tra 0.3-0.5 mm e la pressione di esercizio è attorno ai 18 bar. Riparare con un punto di saldatura o l’utilizzo di speciali polimeri non garantiscono la tenuta. Quasi sempre si scegli di sostituire il condensatore con uno nuovo.

Tecnicamente si può riparare ma considerando le ridotte dimensione di questo radiatore la scelta più economica è quella dell’acquisto del riscaldatore nuovo.

Certo che sì. Molti radiatoristi hanno una ampia gamma di vaschette di plastica che possono essere sostituite con quella rotta. Durante la fase di sostituzione viene rimpiazzata anche la vecchia guarnizione con una di nuova per garantire la tenuta del radiatore. Ci sono anche radiatori in rame con vaschette in ottone. Anche in questo caso se la perdita è localizzata sulla vasca si può sostituire o chiudere la cricca attraverso la saldatura.

Si è possibile. Dilatazioni termiche, durata e tipologia del materiale costruttivo della guarnizione possono portarla alla rottura. Le guarnizioni in SILICONE hanno rese maggiori rispetto ai materiali più economici quali NBR ed EDPDM.

Si. Quando si sostituisce la massa radiante si ha come risultato un radiatore nuovo come uscito appena dalla fabbrica con le stesse garanzie di prestazione e di durata.

Sì si può pulire internamente l’intercooler. Devono essere rimosse le vasche per poi procedere al lavaggio interno con detergenti specifici. A volte può succedere che la turbina si rompa e piccoli componenti solidi entrino all’interno dei tubi della massa intercooler incastrandosi nei turbolatori. La pulizia in questo caso non garantisce la completa rimozione di questi piccole parti e si corre il rischio che una volta installato l’intercooler queste rientrino in giro nel circuito dell’aria danneggiando di conseguenza la turbina o il circuito stesso.

Dipende da caso a caso. Se si possono riutilizzare le vaschette originali è possibile far costruire la massa radiante su misura. Se le vasche in plastica sono anch’esse rotte si può verificare la possibilità di ricostruire il radiatore completamente in alluminio o rame e ottone. Radiatoristi esperti possono risolvere questi tipi di problemi.

La garanzia di prestazioni e di durata sono equivalenti a un radiatore appena uscito dalla fabbrica.

Spesso recuperare i codici che identificano univocamente il radiatore non è semplice. Di solito l’etichetta che originariamente era stata attaccate sulle vaschette o sui fianchi del radiatore è illeggibile oppure non è più presente. In questo caso si può risalire al codice del radiatore attraverso altre informazioni quali: Marca del veicolo, modello e anno Numero telaio del veicolo Numero della targa dell’auto Capita che lo specialista, il radiatorista per l’appunto, possa risalire al codice attraverso una foto del radiatore. Poi attraverso l’accesso diretto alle banche dati dei produttori dei radiatori originali oppure alle banche dati dei produttori aftermarket si risale quasi sempre al codice originale del prodotto. A causa dei numerosissimi modelli e versioni di radiatori anche il meccanico dell’officina di autoriparazione o lo stesso ricambista si affidano all’esperienza del radiatorista per reperire il modello esatto del radiatore.

La soluzione a questo problema è abbastanza semplice perché la maggior parte dei radiatoristi possono reperire la massa in rame oppure anche in alluminio.

Una soluzione definitiva non esiste. Esistono però delle soluzioni che possono limitare l’intasamento e che dipendono da caso a caso. A titolo d’esempio è possibile ridurre lo sporco sulla massa utilizzando un passo e profilo aletta maggiorato, oppure installare una protezione frontale (ad esempio una rete a maglie fitte) al sistema termico che possa intercettare foglie, polline e altro sporco.

La soluzione è abbastanza semplice e basta farsi costruire un intercooler su misura dal radiatorista di fiducia. Questo ovviamente se c’è il sufficiente spazio all’interno del vano motore.

La riparazione del condensatore è un’operazione molto delicata in quanto gli spessori dei tubi e dei drier (le vaschette dei condensatori) hanno spessori molto fini dell’ordine di 0.3-0.5 mm. Inoltre la pressione di esercizio del condensatore si aggira sui 18 bar e quindi la stesse riparazione e soggetta ad elevata pressione con alta probabilità di rompersi nuovamente. Nella maggior parte dei casi si sceglie la sostituzione del condensatore che può essere acquistato anche a prezzi molto convenienti se si opta per prodotti equivalenti non originali.

Quando assieme al cliente si sceglie di risolvere il problema con la sostituzione della massa oppure nella ricostruzione del radiatore completo, la garanzia è uguale al prodotto nuovo e quindi di 12 mesi dalla consegna.

E’ una prassi molto usata sia per i radiatori per camion che per uso industriale.

La riparazione deve essere sempre valutata in base all’entità e alla posizione della rottura. Nel caso non sia possibile riparare la perdita e sempre possibile sostituire solo la massa radiante. In questo se per modalità costruttive originali la massa è formata da un unico pezzo l’unica possibilità è quella di sostituire tutta la massa anche se la parte aria (ad esempio) non ha perdite. Capita invece che per alcuni radiatori la massa aria sia separata costruttivamente da quella olio e in questo caso è possibile sostituire la singola massa con la perdita.

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